C’è la Romagna che tutti conoscono: quella delle spiagge, degli stabilimenti balneari, delle colline punteggiate di borghi e castelli. E poi c’è la Romagna vera e nascosta, quella delle strade secondarie che si dipanano fra mare e colline, fra filari di alberi e casolari col portico. Anche noi romagnoli doc, qualche volta, ci perdiamo in questo labirinto di curve e incroci. Qui prende vita questa piccola storia di campagna.

Romagna

Immaginate una casa, immaginate campi, immaginate frutteti. Nelle belle giornate, da qui puoi distinguere il profilo inconfondibile di San Marino, Torriana e Verucchio. Quando è molto limpido, si vede anche la Carpegna. È qui che vive Lucia, a Bulgarnò, una manciata di case fra Cesena e Gambettola. Ha occhi azzurrissimi, come certe mattine dopo la pioggia, e le mani belle e forti abituate alla fatica. Un sorriso che si apre sincero, nei momenti più inaspettati. Lucia ha mollato un buon lavoro alla scrivania, uno stipendio fisso, una carriera spianata, per tornare al lavoro dei suoi genitori: l’agricoltura in Romagna. La aiutano i suoi fratelli Monia e Maurizio. Lavorano nei campi, fanno i mercati, le giornate estive e primaverili sono infinite. E’ un’avventura durissima quella in cui si è buttata: i prezzi della frutta sempre più bassi, la concorrenza del mercato estero e poi il tempo balordo, inverni troppo miti, giornate infuocate e botte di grandine a ripetizione. Talvolta il lavoro di un anno va in fumo, e non si ha neanche più la forza di piangere.

Lucia è finita su varie testate giornalistiche (anche in televisione) per un gesto antico, buono e generoso: il baratto. La grande distribuzione non vuole saperne di frutta squisita ma ammaccata dalla grandine. La paga tre centesimi al chilo. Tre centesimi. Allora anziché lasciarla marcire, perché raccoglierla non conviene, Lucia ha proposto sulla sua pagina facebook il baratto: voi venite e raccogliete tutte le pesche e le albicocche che volete, in cambio portate qualcosa. Una crostata, una bottiglia del vostro vino, ciò che vi pare. E le persone sono venute e nessuna a mani vuote e chi era a mani vuote è tornato per portare del suo. Lucia ha sorriso, nonostante i tempi duri, perché c’è ancora un barlume, uno scampolo di solidarietà che si nasconde nei gesti più semplici, quelli che ci hanno insegnato i nostri nonni, quando c’era poco e quel poco lo si divideva con tutti.

Quando verrete in Romagna, prendete la macchina, guidate fra queste strade senza paura di perdervi, conoscete le persone come Lucia, che sono l’anima vera e autentica della Romagna. Assaporate il frutto della loro fatica (vi mancherà parecchio, quando tornerete a casa). Solo allora potrete dire di aver sentito tutto il respiro di questa terra.

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